Età Medioevale

IL TERRITORIO E IL POPOLAMENTO

La situazione in Età Medioevale

I Monti Dauni e il Fortore, fra VI e VII sec., affrontarono la dissoluzione dei modi e delle pratiche di vita e lavoro di età tardoantica; in quei secoli, si diradarono gli stanziamenti posti lungo la viabilità di fondovalle o sui pendii, a favore di un arroccamento in altura.

Un esempio di questa tendenza è costituito dal sito di Monte San Giovanni, ove si sono ritrovati resti di nuove produzioni ceramiche e sepolture accompagnate da pettini in osso, orecchini e anelli in bronzo dorato, etc., che testimoniano una buona qualità artigianale.

Tali ritrovamenti segnalano la capacità di riorganizzazione dell’insediamento preappenninico nei decenni in cui si consolidò il potere longobardo, una reazione al declino del sistema agropastorale romano. In questi tempi, nella valle del Fortore, vasti territori (i gualdi e gaio), caratterizzati da bosco e incolto, erano entrati nella disponibilità del sovrano; forse alcune di queste tenute lambivano la media valle e i Monti Dauni Settentrionali, in cui, in effetti, ampi erano gli spazi silvestri, punteggiati però, progressivamente, da nuclei rurali, chiese e aree di coltivo.

Indice topografico dell’età medioevale.

Lo stesso Fortore e le alture apule divennero la linea di confine fra i territori longobardi e bizantini: Monte San Giovanni, Monterotaro e inoltre Volturara, città murata e sede episcopale,  costituivano i presidî castrensi del segmento nord-ovest di quest’asse frontaliero; i Bizantini stessi rinforzarono questo fronte, all’inizio dell’XI sec., con i kastra di Dragonara, Montecorvino, Tertiveri, Biccari. 

Con l’arrivo dei Normanni, tali bastioni rappresentarono perni militari del loro dominio, nuclei del nuovo sistema signorile e centri di popolamento: ai castra citati si aggiunsero Celenza, Castelnuovo, Pietramontecorvino, Castelluccio V.

La rete insediativa sui Monti Dauni Settentrionali e la Media Valle del Fortore, composta da castelli, borghi rurali e monasteri, garantì, fra XII e XIII sec., la protezione del Tavoliere, il controllo sulla viabilità di valico, lo sfruttamento delle risorse silvo-pastorali e, alle quote più basse, un apprezzabile incremento produttivo agricolo.

Le trasformazioni economiche della fine XIII-XIV sec. coinvolsero anche questo comprensorio, causando lo spopolamento di Monte San Giovanni, Monterotaro, Dragonara, Montecorvino, Tertiveri e di varî casali, mentre i centri superstiti perpetuarono il loro carattere agrosilvopastorale, rinnovato dallo sviluppo della grande transumanza i cui tratturi lambivano il distretto.